eUROPA tEATRI
mATERIE pRIME
2011 - 2012
a cura di Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli
con
Antonella Azzali Maddalena Duca Elke Fernandez
Elisa Longeri Cosimo Urso
musiche originali dal vivo Patrizia Mattioli
regia Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli
foto di Giorgio Montanari
mATERIE pRIME
2011 - 2012
UN RE IN ASCOLTO
laboratorio di II livelloa cura di Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli
con
Antonella Azzali Maddalena Duca Elke Fernandez
Elisa Longeri Cosimo Urso
musiche originali dal vivo Patrizia Mattioli
regia Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli
foto di Giorgio Montanari
Venerdì 27 e sabato 28 aprile, è andato in scena al Teatro Europa Un re in ascolto, spettacolo del laboratorio di livello avanzato condotto da Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli
Lo spettacolo è tratto dalla novella omonima di Italo
Calvino, contenuta nella raccolta Sotto
il sole giaguaro, pubblicata postuma con tre dei cinque racconti
che Calvino voleva dedicare ai sensi
Un re in ascolto, novella dedicata al senso dell’udito, racconta di un re terrorizzato dal
pericolo che gli deriva dal suo stesso potere, trasformandolo in 'grande orecchio'
perennemente ascoltante, teso a captare dalla sua reggia tutte le voci del suo
regno.
Il tema del potere e della sua caducità – che rende ancora perfettamente attuali e anzi quasi profetiche le pagine di Calvino – è centrale sulla scena: un unico re diviso in cinque diverse sfaccettature e caratteristiche di regalità, un re che a lungo ha atteso di essere incoronato e che ora, nel momento in cui crede di avere tutto i pugno, comprende che il suo destino lo condanna ad un’altra lunga attesa; quella che la storia si ripeta e una nuova congiura lo detronizzi.
Il re
dunque non può fare altro che ascoltare, in una condizione di costante ansia,
immobilità e solitudine. Minacciato
da ogni suono che proviene dal suo palazzo, il re, infatti, è solo.
La musica, qui diventa la
costruzione sonora del palazzo: fatta di dissonanze, frantumazione del
suono/rumore, mescolanza di suoni reali e artificiali, che esaltano il rapido
scorrere (impetuosamente naturale) della parola, non lineare ma ritmata da
fremiti, sussulti, respiri, gorgoglii, paesaggi sonori deliranti apparizioni
improvvise.
Ma uno
sviluppo inatteso interromperà questa attesa: momentaneamente sordo al
frastuono del regno, il re in ascolto scopre un mondo nuovo, dove le voci umane
comunicano innanzitutto a vicenda la loro unicità.
La scena si ribalta: non si tratta più di intercettare un suono per decodificarlo e interpretarlo, bensì di rispondere ad una voce unica che non segnala che se stessa. Perché per Calvino una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci.
La scena si ribalta: non si tratta più di intercettare un suono per decodificarlo e interpretarlo, bensì di rispondere ad una voce unica che non segnala che se stessa. Perché per Calvino una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci.
E allora
basta un suono esterno, una voce di donna, per perdere l’ascolto del potere, e
abbandonarsi alla vita, all’amore.
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